Cuprotipia




Cos'è un cuprotipo

Un cuprotipo è una immagine fotografica fisicamente costituita da un pigmento rosso-bruno chiamato Hatchett’s Brown. Questo pigmento è composto essenzialmente da un sale di rame denominato Ferrocianuro rameico.
La reazione tra l’emulsione del cuprotipo e la luce UV, seguita da un adeguato trattamento chimico, porta alla formazione di questo pigmento, molto stabile e insolubile in acqua.

Una breve storia lunga 200 anni

Nei primi anni del 1800 Charles Hatchett (Royal Society) sviluppò il pigmento che è alla base del cuprotipo (ferrocianuro rameico). Denominato successivamente pigmento Brown #9, è stato utilizzato estensivamente nella pittura ad olio e ad acquerello.
Il termine Cuprotipo viene coniato da C.J. Burnett intorno al 1856 per un processo che utilizzava il nitrato di uranile come agente fotosensibile e nitrato di rame, ottenendo, dopo adeguato trattamento con ferricianuro di potassio, immagini di ferrocianuro rameico (Hatchett's Brown) su carta e tessuto. Questa metodica fu anche chiamata processo al rame di Burnett.
Nel 1863 il chimico tedesco J.B. Obernetter utilizzo il cloruro ferrico come agente fotosensibile e cloruro rameico come fonte di rame, successivamente all’esposizione sviluppata con una soluzione di acido solforico/tiocianato di potassio, poi trattata con ferricianuro di potassio per arrivare allo stesso pigmento marrone di Hatchett. Questo prese il nome di processo ferro-cuprico di Obernetter.
Alla fine degli anni ’70 Chris Patton e Cor Breukel hanno sperimentato un processo ai sali di rame descritto in una popolare guida fotografica del 1978; l’immagine prodotta era un cuprotipo (Hatchett's Brown).
Nel 2007, Jim Patterson ho aggiornato il processo di Obernetter utilizzando una miscela di Ammonio citrato ferrico verde e solfato rameico come emulsione sensibilizzante. Questa è considerata la formula standard del cuprotipo. Ad oggi (2023) poche sono state le varianti significative.


La ricetta di Patterson

L’emulsione fotosensibile considerata “standard”, è una soluzione acquosa singola di sali di ferro e rame, che viene stesa direttamente sulla carta, o altro supporto.
Emulsione fotosensibile:

acqua distillata/demineralizzata 70 ml
Rame (II) Solfato : 12 g

Fare sciogliere tutto il sale, quindi aggiungere:

Ferro (III) ammonio citrato verde : 12 g

Fare sciogliere tutto, quindi si aggiunge acqua distillata/demineralizzata q.b. a 100 ml

La soluzione ottenuta si conserva in un contenitore a prova di luce.

I pregi della ricetta di Patterson sono l'estrema semplicità, e relativa economicità dei materiali.
Questa formula produce affascinanti immagini dal sapore vintage, ma non si presta molto alla riproduzione di fotografie che necessitano di una DMax sufficientemente elevata.
Il basso contrasto e la limitata densità sono aspetti che caratterizzano questa formula; sono dovuti a fattori di natura chimico-fisica come, ad esempio, la scarsa penetrazione dell'emulsione nelle fibre della carta. Miglioramenti si possono avere con l'aggiunta di un tensioattivo come il Tween 20® e preparando negativi adeguati.
Un altro aspetto da tenere in considerazione è la realtiva bassa sensibilità di questa formulazione, i tempi di esposizione sono del 50-80% maggiori rispetto a quelli di un cianotipo classico.
La soluzione fotosensibile unica, inoltre, decresce in efficacia nel tempo (settimane).
L'emulsione (miscela) tende per sua natura ad alcalinizzarsi; con pH 8-9 si ha la formazione di un precipitato di citrato rameico, con relativa riduzione del tenore di rame nella soluzione, a cui segue un ulteriore abbassamento della qualità delle immagini.

つづく (continua)